Avendo come Naturopata un approccio psicosomatico alla salute non riesco mai a vedere nessuna malattia come fatto casuale bensì la colloco sempre in diretto rapporto con le esperienze della vita, con le emozioni, i pensieri, lo status di stress che ogni persona porta con sé. Il nostro corpo è saggio e non smetterò mai di pensarlo e dirlo, lui in realtà non mente mai e ci “parla” attraverso malesseri e disturbi che sono spesso manifestazione fisica di disarmonie interiori su qualsiasi livello li vogliamo ancorare e vedere, a livello fisico, psicologico o energetico. Tutte le più antiche teorie mediche e filosofiche Orientali non parlano mai di dualismo tra corpo e mente ma lo rappresentano invece come un “Tutto”, un “Olos” che porta attraverso il suo intero tutte le informazioni.
In Occidente filosofi e sapienti come Ippocrate, Paracelso, Hahnemann, Steiner hanno da sempre affermato gli stessi principi di unità tra spirito, mente e corpo con la stessa visione olistica dell’uomo, attraverso la totalità delle parti, che si realizzano in armonia come realtà unica ed irripetibile, il cui perfetto equilibrio corrisponde a salute piena, al benessere globale ed alla serenità mentale nonché pace interiore. La dove non si interviene nella rimozione della causa, i fattori tossici che generano squilibrio continueranno ad incanalarsi verso il corpo prendendo come bersaglio gli organi attraverso forme sintomatiche o malattie che in realtà sono da interpretare come messaggi, come segnali d’allarme, come spie accese di una “macchina” che ha bisogno di essere controllata; in realtà vi è il disagio interiore che ne rappresenta l’origine.
In base a questo pensiero ho capito con l’esperienza che la malattia non deve essere considerata come un evento casuale, fortuito e ineluttabile ma va sempre messa in relazione con uno stato di disarmonia psicologica ed emotiva, con sentimenti ed emozioni negativi, conflitti e stati d’animo dolorosi, recenti o di vecchia data, che provocano sofferenza e disagio. Ci ammaliamo ogni qual volta soffochiamo la nostra creatività, non esprimiamo i nostri talenti e potenzialità, ci facciamo influenzare o fuorviare dalle esigenze altrui; quando proiettiamo sugli altri i nostri sentimenti negativi andando in preda a rabbia, odio, rancore, invidia, gelosia, intolleranza, egoismo, crudeltà; quando siamo schiacciati da ansia, paura, depressione, angoscia o solitudine, che ci impediscono di seguire le direttive del nostro Sé, la nostra natura più intima, autentica, vera e profonda.
Nel momento in cui ci fermiamo a riflettere sul senso della malattia e impariamo ad “ascoltarla” ed a interpretarne il significato potremo correggere la disarmonia che ne sta alla base e ritrovare la salute ed il benessere. Limitarsi a sopprimere il sintomo attraverso la semplice assunzione di un farmaco chimico, come avviene nella Medicina Allopatica, non ci permette di rimuove la vera causa scatenante del disturbo ed il relativo carico tossinico che lo hanno generato, continueranno a somatizzarsi a livello fisico finché la persona non prenderà coscienza del proprio conflitto interiore.
Molte volte nel lavoro che svolgo mi capita di trovare persone per le quali inconsciamente la malattia può addirittura rappresentare un “vantaggio” ovvero quello che spesso mi trovo a definire come “bisogno secondario”; un inconscio bisogno o tentativo di richiamare la presenza, le cure o l’attenzione altrui, di venire accuditi o coccolati. Il significato simbolico nascosto nelle varie patologie può aiutarci a divenire maggiormente consapevoli degli atteggiamenti mentali sbagliati che sono alla base.
Attraverso un approccio Psicosomatico è possibile interpretare il “linguaggio” della malattia, riflettere sul suo significato emozionale prendendone diversa coscienza e rielaborando il disagio guardandolo in faccia, standoci dentro, nella situazione senza fuggire da essa.
Generalmente le tipologie di approccio legate alla linea Psicosomatica si muovono attraverso il corpo e quindi permettono di agire sul piano fisico sciogliendo i blocchi o le tensioni ma possono anche essere di tipo vibrazionale, pertanto, pur non assumendo alcuna sostanza o principio attivo diretto si introduce la capacità data dall’essenza, la sua onda vibratoria in assonanza con lo status di disarmonia che permette di riequilibrare in modo dolce, sottile e profondo i disagi e le sofferenze interiori. Quello che è importante e che mi trovo molto spesso a ripetere anche ai miei clienti è il fatto che le Terapie Complementari o comunque la Medicina Olistica non si deve proporre mai come alternativa al Medico in quanto non è suo il compito di fare o parlare di diagnosi o di patologie mediche ma il suo apporto resta pur sempre importante nel riequilibrare tutti quegli atteggiamenti emozionali negativi che possono, alla lunga, favorire lo stato di benessere individuale. Mi sentirei di dire che non sono né “effetto placebo” né tantomeno una “bacchetta magica” ed in caso di patologie importanti occorre rivolgersi ad uno specialista. Restano pur sempre un valido sostegno per ritrovare la via maestra e stare bene sul piano fisico, emotivo e perché no anche energetico. Solo attraverso l’eliminazione delle “malattie dell’anima”, come il Dott. Bach amava definirle, si potrà realmente ristabilire l’armonia e conseguentemente guarire.
Le Terapie “alternative” quelle definite “olistiche” che hanno tutte il comune denominatore di essere terapie energetiche come ad es. la Floriterapia possiedono la base teorica ormai ben assoldata e consolidata ma se uno vuole vedere dei risultati deve per forza assumerle e sentire cosa cambia dall’interno.