Questo è un argomento che è appartenuto anche a me in epoche passate e del quale adesso ci scherzo sopra ma ricordo benissimo le sofferenze che ha portato, il senso di inadeguatezza e di bassa autostima del momento.
In questa stagione più che mai siamo “dipendenti” dalla dura Legge dello Specchio; la prova costume che avanza, il non sentirsi adeguati ed in forma, il ricorrere a diete drastiche pur di perdere quei chiletti di troppo che non ci piacciono e molti altri stratagemmi affinché il nostro specchio ci restituisca l’immagine di noi che vogliamo vedere.
In realtà quello che dobbiamo tenere sempre presente è che essendo sempre in cambiamento ed evoluzione il nostro corpo va di pari passo con la nostra vita interiore e conseguentemente anche il girovita, i fianchi e quanto altro si muovono seguendo questo flusso.
Perdere peso non è cosa facile e molte volte non è solo un fattore alimentare, ci sono persone che nonostante regimi alimentari corretti in certi periodi dell’anno o del ciclo della vita riescono ad assumere adipe in certi specifici posti del corpo ma questo è un altro argomento che poi vi svilupperò andando avanti.
Adesso parliamo del “malefico/benefico Specchio”…
L’immagine che lo specchio ci proietta non è neutrale ma rispecchia tutti i sentimenti e gli umori che ci accompagnano in quel preciso momento; tutto questo influenza l’immagine e ciò che vediamo facendolo apparire ai nostri occhi secondo due categorie o “bello” o “brutto”.
L’immagine che vediamo riflessa non è quella reale bensì quella interiore pertanto diviene importante essere in pace ed equilibrio con lei al fine di piacersi; la realtà interiore è fatta di luce ed ombra e tutte quelle fragilità che quotidianamente tentiamo di oscurare, allontanare o combattere in realtà non fanno altro che spegnere la nostra immagine esteriore.
Facciamo delle nostre fragilità le migliori alleate e accendiamo la luce sulle zone di ombra al fine di uniformare il nostro essere e metterlo in equilibrio con se stesso.
Lo stesso Carl Gustav Jung diceva:
Quelli che riteniamo problemi esterni sono quasi sempre proiezioni di conflitti interni
percepirsi in categorie che attestano la bellezza non è per niente oggettivo ma soggettivo perché è il risultato delle modalità con cui “risiedi” nel tuo corpo, lo ami, lo rispetti e lo onori come una cortigiana farebbe con il suo Castello.
Nella vita però capita di subire eventi, fare incontri che ci trascinano all’interno di una spirale chiamata GIUDIZI e soprattutto giudizio altrui; all’interno di questo vortice si abbandona la vera immagine di sé per cominciare delle vere e proprie “recite a soggetto” ovvero personalità e ruoli che poco hanno a che fare con il nostro Io e questo lo si vedrà emergere dalla base attraverso un umore spesso negativo, il senso marcato del dovere, la sensazione di essere scontati o sprecati oltre che da un peso e senso di rassegnazione.
Molte volte vedersi “brutte” riflette il fatto che tutto intorno a noi è brutto e ciò porta a rincorrere fasi miti di perfezione, vuoi personaggi famosi ma spesso anche amici o amiche che percepiamo come belli e felici, altre volte ci sono personaggi fantastici che albergano in noi, eroi senza spada e senza paura che potrebbero venire a salvarci.
Per uscire da questa sorta di limbo in cui siamo precipitati non ci resta altro da fare che cominciare a lavorare sui nostri sensi di colpa, c’è una molla, un click che deve scattare nella nostra interiorità e che ci fa dire con fierezza: “Fermi un attimo, io non sono questa…”da qui comincerai a seguire le tue sensazioni ed ispirazioni, frequentare nuovi luoghi, avere nuove amicizie e vertere verso nuovi interessi che riempiranno la tua vita senza chiederti di recitare.