Immagini e Benessere.
C’è dentro di noi un territorio infinito che va ben al di là della dimensione spazio-temporale, uno stato di NON COSCIENZA popolato da immagini, simboli, sogni e fantasie che se accolti per i messaggi che portano ci possono aiutare a superare disagi ed a rientrare in armonia con noi stessi o con gli altri.
Ognuno di noi possiede caratteristiche e modi di essere che lo rendono un essere unico e sono queste peculiarità che molte volte ci possono salvare dal rinnegare noi stessi ma il loro emergere non è mai così chiaro e preciso; questi codici non arrivano dal mondo razionale ma dalla nostra parte più profonda, da quel mondo interiore dove regna il linguaggio più nascosto e ricco di simbologie, che non guarda alle convinzioni o alle leggi della moda corrente bensì alla nostra vera essenza.
Ognuno di noi durante i periodi più bui della sua vita può aver avuto la possibilità di fare fantastici incontri con quelle che si possono definire “immagini guida” quelle che arrivano di notte attraverso i sogni, che vengono sotto forma di simboli, dal lontano passato, da personaggi mitici, da animali fantastici, da incontri importanti di cui avevamo perso il ricordo.
Queste immagini arrivano con il preciso scopo di smuovere emozioni sepolte, esse stesse ci inquietano e ci fanno percepire la nostra vita da una diversa prospettiva.
Molte volte le immagini le possiamo incontrare anche in stato di veglia leggendo un libro, stando immersi nella natura, vedendo un dipinto, fantasticando ad occhi aperti; dobbiamo imparare a metterle in posizione centrale e lasciarci condurre da loro in quanto ci portano al nostro nucleo più vero, la nostra anima.
L’anima, quel lato splendido e sconosciuto che si fa sentire attraverso le immagini, i sogni ma anche i sintomi del corpo fisico. Per ritornare alla vera sorgente basta chiedersi cosa da bambino ci faceva stare bene, cosa facevamo senza sforzo, senza motivo e del quale non avevamo bisogno di insegnamenti.
Spesso sono azioni, attività che da adulti abbiamo dimenticato e perso, possono essere ballare, suonare, recitare, dipingere, salire sugli alberi, leggere ma ognuno di noi deve riconnettersi con questo talento primordiale e reintegrarlo nel proprio essere.
L’energia di quell’azione, di quella parte bambina è la sorgente, la tua vera essenza. A questa energia si lega sempre un immagine, un episodio, un personaggio o altro che riporta alla mente l’azione principale ed è su questa base che necessita lavorare per risolvere i disagi interiori.
Per ricongiungerci alle nostre immagini interiori non servono abilità particolari, sforzi sovraumani o talenti artistici ma nemmeno una fervida immaginazione, basta solo ricollegarsi al nostro nucleo silenzioso, a quel bambino felice che quando faceva ciò che gli piaceva si scollegava dalla dimensione temporale e trasformava lo spazio-tempo in una non realtà.
L’immagine profonda che arriva dal nostro inconscio è in realtà un potente farmaco che l’anima ha sempre a disposizione per poter guarire; le immagini creano il mondo e dare spazio all’immaginazione non fa altro che aprire una porta sulla realtà.
Quando stiamo male, quando sentiamo un enorme dolore dentro proviamo a chiederci: cosa farebbe l’io bambino adesso?
Cosa ti piaceva fare e che non fai più da molto tempo?
Ritrovare quell’energia è la cosa che ci serve con maggior urgenza per tornare a fiorire; andare verso il proprio ed autentico benessere non significa crescere e diventare più forti ma piuttosto diventare sempre più simili all’immagine originaria ed affini al vero seme.
“Il seme profondamente celato nella terra sogna la spiga che verrà, e quindi la fa”
così recitava il poeta Novalis; nel seme è contenuto il vero progetto della pianta che verrà con il passare del tempo.
Nel seme è contenuto “il tutto”, la pianta vede questo e lo rende realtà.
Il nostro essere nasce dallo stesso seme e vedi che con il tempo si eliminano tutto ciò che abbiamo acquisito ma che in realtà non ci corrispondono come possono essere per es. i pensieri più superficiali, le questioni inutili, le relazioni fatte di dovere, i modelli di perfezione, quel sentire effimero a discapito di quello interiore e più spirituale.
Evolvere, crescere significa andare verso quell’immagine originaria, allinearsi alle proprie affinità; camminiamo tanto e con fatica pensando di vedere lontano da noi la meta ma in realtà il nostro è solo un viaggio verso casa, nella casa dell’anima.
Penso di avervi trasportato nella consapevolezza del fatto che se perdiamo di vista ciò che siamo, il nostro talento naturale rischiamo di ammalarci, non sono i fatti e gli eventi esterni che realmente ci portano a soffrire ma piuttosto l’aver smarrito le proprie radici, perso il seme originario.
Marie Louise Von Franz, allieva ed erede intellettuale di Jung sostiene che
“Tutte le nostre energie inespresse implodono dentro e si traducano in sintomi e disagi”.
Le immagini che sgorgano spontanee teniamo presente che hanno la funzione anche di modificare la chimica del cervello portandoci in un’altra atmosfera mentale che svela altri lati segreti di noi stessi e possibilità.
Nella nostra società così dettata dal movimento, dal fare e soprattutto da stimoli e rumore spesso risulta difficile concedersi tempo in uno spazio tranquillo ma è quello che dovremmo fare per il nostro equilibrio interiore.
Una tecnica che io ho sperimentato prima per me stessa ed ora con i miei amici e clienti sono le Visualizzazioni creative o Immaginazione guidata attraverso la quale si mette nelle condizioni la persona di staccare dalla realtà ed essere trasportata in un’altra dimensione riducendo la frequenza delle onde cerebrali e andando a compiere un percorso meditativo.
Sempre Marie Louise Von Franz descrisse la tecnica dell’Immaginazione attiva o guidata come più semplice rispetto ad altre tecniche legate spesso al Taoismo orientale e più adatta alla struttura societaria occidentale.
Nella prima fase dell’immaginazione guidata si procede al “dissodamento del terreno” ovvero procedere allo svuotare la mente dai pensieri; la coscienza solo se libera da giudizi ed aspettative sarà pronta per accogliere immagini spontanee.
Si prosegue con il “fiorire di un’immagine” in questo caso una volta che essa si presenta lasciamo a lei libertà di fluire, seguendo il suo spontaneo sviluppo attraverso sensazioni, altre immagini o ricordi.
Ciò che arriva può essere sotto diverse forme, possiamo entrare in contatto con immagini visive, gustative, auditive, tattili o olfattive ma quello che è importante è l’assenza del piano mentale pertanto non commentiamole né cerchiamo di intervenire per dargli spiegazioni o quanto altro, accogliamole, solo per il fatto che sono parte di noi, in modo neutro.
In un terzo momento possiamo “dare alle immagini forma concreta” aprendo gli occhi e dando voce a ciò che è arrivato attraverso forme di scrittura, pittura, musica o movimenti corporei.
In questo modo procediamo verso l’agire esperenziale e pratico.
Infine dopo aver lasciato agire le immagini ed averle espresse in gesti creativi nei giorni successivi proviamo a “seguirne l’atmosfera mentale” che hanno generato in noi e le diverse indicazioni che hanno fatto riemergere.