Educare i bambini attraverso le Discipline Orientali
Il nostro Paese, l’Italia è caratterizzato da un solo sport nazionale e tutti portiamo avanti solo un credo agonistico ovvero quello della “testa nel pallone” in senso calcistico ma molto spesso anche figurato.
E’ importante per un bambino fare attività sportiva, il sano movimento aiuta lo sviluppo fisico e psicologico; la capacità di fare squadra aiuta dal punto di vista emotivo, nella capacità cooperativa e nell’empatia. Ma siamo sicuri che il Calcio, appunto sport nazional popolare, abbia tutti questi meriti? Molte volte ai bambini nemmeno viene chiesta la preferenza per lo sport da scegliere, li si iscrivono alle squadre dei pulcini dei vari club calcistici perché è lo sport seguito dal genitore o dai genitori, perché è quello dove vanno gli amichetti del momento ma anche perché è carico di aspettative adulte…vuoi che magari un giorno mi ritrovo un fuoriclasse in casa! Tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione il talento individuale, la passione che dovrebbe regnare sovrana visto l’impegno sempre maggiore richiesto.
Ci sono bambini che hanno una predisposizione ed un talento innato per il calcio ed è giusto che seguano questo orientamento personale ma altrimenti sollecito i genitori a seminare altre conoscenze sportive, magari anche non agonistiche che fungano da stimolo e fucina per una nuova realtà costruttiva di sé che passa anche attraverso l’abilità sportiva.
A me personalmente piace lanciare uno stimolo verso le Discipline Orientali, tutte quelle orientate verso e Arti Marziali, dal Karate al Judo passando per il Kendo. Discipline che si muovono nel rispetto dell’individualità che abbiamo di fronte in quanto ritengo che attraverso di esse i bambini possono imparare ordine, disciplina e metodo inoltre, dando ampio spazio all’io interiore, si approfondiscono anche conoscenze introspettive ed una maggiore centratura attraverso un’attività che sarà prettamente ludica inizialmente e poi sportivo/agonistica se il ragazzo continua.
Nelle Discipline Orientali a mio parere ci sono molti punti di forza che a seguire proverò ad analizzare: primo fra tutti la visione positiva della sconfitta che altro non è che uno stimolo per migliorarsi in futuro perché ogni successo dipende da te, non c’è nessuno da incolpare se non se stessi in caso di insuccesso. Solo per un momento si può gridare vittoria perché si è campioni solo per un istante ma in realtà la pratica continua con costanza per tutta la vita. Ogni giorno per migliorarsi si lavora sulle mancanze e sui propri punti deboli perché non è lo sport e la vittoria che devono riempire il cuore ma il superamento dei miei ostacoli interiori. L’ambiente che ci accoglie è prettamente strutturato e gerarchico, dobbiamo rispettarne l’ordine di grado umilmente e con rispetto. Senza sforzo non si migliora e non si progredisce, solo la fatica permette di crescere. La Disciplina Orientale non si può improvvisare, ha bisogno di metodo ma attraverso di essa trasmetto qualcosa che ho dentro. L’attività sportiva non è il fine della pratica ma un’esperienza importante del percorso. Dobbiamo mettere intenzione ed attenzione in ogni gesto solo concentrandosi su gesti ripetitivi riusciamo ad apprenderla. L’Arte Marziale non è da considerarsi mai un gioco sepppur caratterizzata da parti ludiche. Si insegna attraverso di esse la capacità di sorridere in ogni occasione.
Mi piacerebbe pensare poi che attraverso l’utilizzo della corretta respirazione, l’ampliamento delle capacità di concentrazione, la formula del rispetto per l’avversario si possano vedere trasportati questi valori anche nel quotidiano dei nostri bambini.