Cercate di realizzare la forza che è in voi, cercate di farla uscire; in tal modo vedrete che tutto ciò che fate non viene da voi ma da quella verità che sta dentro di voi, perché non siete voi ma qualcosa all’interno di voi.
Sri Aurobindo
La Pedagogia Olistica
Io la Pedagogia Olistica continuo a vederla come un cambio di paradigma che ci permette di vedere la stessa realtà con occhi diversi; questo perché la stessa realtà cambia a seconda degli occhiali che indossiamo, del punto di vista che teniamo difronte ad essa e delle percezioni che da essa ci arrivano. Cambiare il paradigma significa cambiare il modo di concepire la realtà, il mondo o la stessa vita. Le semplici e chiare connotazioni che possiamo dare al termine OLISMO sono quelle di essere una legge naturale secondo la quale il tutto è maggiore della stessa somma delle parti; dove i sistemi complessi si originano da quelli semplici ed un modo globale di visione della realtà.
I metodi educativi fino a questo momento adottati nella nostra società occidentale si basano su di una concezione separatista dell’essere umano e del mondo circostante che mal si concilia con le nuove esigenze che l’umanità richiede.
Vi sono difatti sempre più persone che si spingono nella ricerca di nuovi valori promuovendo nuove visioni del Mondo che siano espressione di pace, rispetto, amore ma anche sostenibili e salutiste e di questi cambiamenti culturali e sociali anche la Pedagogia ha preso atto indirizzando qui la sua attenzione attraverso quella che viene definita come Pedagogia Olistica e che indica il prendersi cura dell’essere umano come un intero, come una totalità uscendo da modelli teorici e strategie interventiste di tipo settoriale. L’intelligenza umana si compone di molteplici facoltà, a citare lo Psicologo americano Howard Gardner ben nove ma, l’istruzione occidentale dà risalto solo a due di esse l’Intelligenza logico-matematica e quella linguistica trascurando in parte o totalmente le altre potenzialità e conseguentemente escludendo molti dei valori o talenti innati che i bambini si portano dentro di loro come anime incarnate. Inoltre dobbiamo considerare che oltre all’istruzione scolastica o Universitaria la nostra stessa società è basata su dualismi, su fondamenta gerarchico-patriarcali, su concetti di separazioni ed antagonismi, dando una visione dell’altro spesso visto come nemico o potenziale da dominare e sfruttare. Una civiltà che per millenni si è basata su principi di stigmatizzazione delle differenze, su principi di competizione e lotta per il potere oltre che su di una scienza meccanicistica e riduzionistica. L’attuale disagio vissuto da molti individui, la crisi economica che affligge più o meno i diversi Paesi del Mondo, la realtà contemporanea fatta di profonde ferite hanno dato vita a sempre più reali processi di cambiamento.
“Un giorno un Re riunì alcuni ciechi e propose loro di toccare un elefante per constatare come fosse fatto.
Alcuni afferrarono la proboscide e dissero: “Abbiamo capito: l’elefante è simile ad un timone ricurvo.”
Altri tastarono gli orecchi e dichiararono: “E’ simile a un grosso ventaglio.”
Quelli che avevano toccato una zanna dissero: “Assomiglia a un pastello.”
Quelli che avevano accarezzato la testa dissero: “Assomiglia a un monticello.”
Quelli che avevano tastato il fianco dichiararono: “E’ simile a un muro.”
Quelli che avevano toccato una gamba dissero: “E’ simile a un albero.”
Quelli che avevano preso la coda dissero: “Assomiglia a una corda.”
Ognuno era convinto della propria opinione. E, a poco a poco, la loro discussione divenne una rissa.
Il Re si mise a ridere e commentò: “Questi ciechi discutono e altercano. Il corpo dell’elefante è naturalmente unico, e sono solo le differenti percezioni che hanno provocato le loro diverse valutazioni e i loro errori. Chi non si sforza di avere della realtà una visione più ampia possibile, ma si accontenta degli aspetti separati e parziali senza metterli in relazione tra loro, si comporta come questi ciechi.”
Storia buddista-sufica
La possibilità di indossare delle lenti che permettano una visione d’insieme, il lasciar andare una scienza che dipinge la realtà come un agglomerato di componenti diversi dove è centrale la “parte”, il “segmento” con la sua funzione distinta rispetto al tutto ha generato ci permette di tornare ad una scienza etica, che sia costituita anche da anima e nell’ottica della quale l’uomo protegge e non distruggere equilibri o risorse.
Alla Pedagogia olistica l’onore e l’onere di promuove la comprensione della persona nella sua interezza considerando la sua dimensione sociale, fisica, biologica, psichica, emotiva e spirituale secondo una prospettiva di integrazione ed interdipendenza; una fusione tra teoria e pratica, uno stato di equilibrio tra presente, passato e futuro integrando le conoscenze affinché si abbia la formazione di uomini interi ed unificati che vivono in un mondo unico e totale.
Nella Pedagogia ed educazione olistica si considera la persona, il bambino un microcosmo dove è presente un corpo da curare, una mente da stimolare, delle emozioni che devono essere ascoltate, la creatività ed il pensiero analogico da far esprimere ma soprattutto la forma spirituale da saper cogliere.
Come già detto la società e la Scuola fino ad oggi hanno dato spazio a sistemi di separazione e concentrato cure ed attenzioni prettamente allo sviluppo delle facoltà logico-analitiche determinate soprattutto da uno sviluppo dell’emisfero sinistro del cervello. In questo momento è invece opportuno dare spazio alle facoltà e competenze che denotano lo sviluppo dell’emisfero destro del cervello, la sua capacità analogica, creativa, spirituale, intuitiva che genera il reale sviluppo del potenziale umano.
L’educazione deve rimettere il bambino nel suo ruolo centrale rispettandone e favorendone lo sviluppo globale ed armonico; che ne sviluppi gli interessi, la curiosità, la spontaneità e la voglia di conoscere ed apprendere. La scuola attuale fatta di voti, esami e “giudizi” fa da specchio ad una società basata sui principi di competitività, primato e prevaricazione dove l’Ego individuale si mostra per quello che é.
Educare invece significa “far emergere” “tirare fuori” è l’arte della maieutica, della buona levatrice, portare alla luce le specificità, le singolarità, le specialità individuali che costituiscono l’uno. Le potenzialità che emergono hanno poi bisogno di una guida e di indicatori di crescita o direzione che portino alla realizzazione del vero sé oltre al raggiungimento della felicità e del benessere. In questo tipo di approccio risulta fondamentale per l’educatore acquisire la consapevolezza del suo universo interiore, del proprio stile relazionale, della propria realtà emozionale, delle proprie convinzioni e della sua capacità empatica.
L’approccio Olistico lo possiamo immaginare come una immagine iconografica rappresentante un albero con quattro rami che hanno il compito implicito di equilibrarsi a vicenda oltre a quello di completarsi e compensarsi.
I rami sono le strade maestre che questa educazione deve percorrere educando il bambino come intero, in ogni singola sua parte ma non come somma di queste; educare il bambino come parte di un tutto più complesso; educare il bambino come essere in divenire.
Accanto alle diverse intelligenze, alla capacità di esplorare è importante che i bambini imparino il valore della consapevolezza, della libertà e della responsabilità. Consapevolezza intesa come capacità di ascoltare cosa accade dentro e fuori di noi, dando a questi accadimenti la giusta collocazione ed interpretazione. Ascoltare se stessi, osservare e sentire se stessi. Occorre che ai bambini venga insegnato a sentire, riconoscere, decodificare e collocare le emozioni fondamentali. Attraverso questo processo di conoscenza attiverà strumenti di gestione e controllo sulle emozioni che gli permetteranno una vita serena. Lavorare sull’Intelligenza emotiva e sul fenomeno della Resilienza è un bisogno urgente dato dalle nuove generazioni.
Per coltivare e sviluppare la consapevolezza è necessario sintonizzarsi sulla spiritualità, di sentirsi parte di un tutto con cui siamo in stretta relazione sviluppando la capacità di contemplazione e meraviglia, stupore e bellezza che i bambini hanno come dono naturale. La loro curiosità, la voglia di scoprire, l’inebriarsi delle meraviglie ancora sconosciute, la magia dello sguardo sul mondo appartengono per natura all’essere bambino. L’apprendimento del bambino comincia dal fare, dall’esperire, dall’entrare in relazione con la materia, con lo sconosciuto, con quel mondo tutto da introiettare. Motivazione e partecipazione permetteranno ai bambini di continuare a scoprire e sperimentare nuove conoscenze, sviluppando la curiosità e l’interesse.
La chiave della Pedagogia Olistica è però la relazione, il contesto in cui interagiamo e ci muoviamo ci porta anche dei condizionamenti di fondo e la vita di relazione è il passo successivo alla consapevolezza. Dal momento che un bambino ha correttamente appreso a riconoscere i propri bisogni ed emozioni dovrà individuare quelli degli altri dando loro la stessa dignità e valore che da ai propri.
Attraverso l’empatia costruisce la sua capacità relazionale che gli consentirà la giusta dimensione per socializzare con il mondo esterno. In questo approccio di unità inscindibile famiglia e scuola si trovano intrecciati in un unico processo ed è basilare che ci siano interscambi ed obiettivi comuni. La necessità di una scuola che supporta la famiglia, la capacità genitoriale ma non in senso dogmatico o giudicante bensì accogliente e stimolante in grado di esporre con fiducia la struttura familiare al contesto scolastico di apprendimento.
Le figure adulte dovranno interrogarsi sui concetti di relazione, sui valori fondamentali che vogliono trasmettere, sulle diverse dimensioni che compongono l’individuo, il tutto e le sue parti, sul sistema come contenitore globale. Ricordiamoci sempre che i bambini sentono, sentono ciò che siamo, cosa vogliamo, cosa odiamo, cosa amiamo; la nostra interiorità, l’anima che ci caratterizza è il loro libro preferito da leggere.
“Osserva la Natura e cura il tuo piccolo come fa Lei.
Donagli la forte energia della Terra con il cibo sano.
Donagli l’energia dell’Acqua con le tue emozioni più pure.
Accarezzalo con l’energia dell’Aria donandogli pensieri elevati.
Illuminalo con l’energia del Sole offrendogli il tuo Amore.
La Pianta-uomo che nascerà sarà forte, ben radicata al suolo ma con le braccia protese verso l’alto, verso la Libertà”
Sarasvati